Economia circolare: una scelta strategica per le imprese e per il futuro del territorio
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Economia circolare: una scelta strategica per le imprese e per il futuro del territorio

In un tempo in cui la sostenibilità non è più un’opzione, ma una necessità, l’economia circolare si afferma come uno dei modelli di sviluppo più coerenti con le esigenze del nostro presente e del nostro futuro. Non si tratta semplicemente di una moda o di un tema ambientale da affrontare con spirito filantropico: è, a tutti gli effetti, una direzione strategica per chi fa impresa oggi.

La transizione verso un’economia più circolare è al centro delle politiche europee e nazionali, e l’Emilia-Romagna, in questo scenario, si è dotata di una struttura normativa avanzata e coerente, capace di accompagnare imprese, territori e comunità verso un nuovo paradigma produttivo. Un paradigma che non solo riduce gli sprechi e limita l’impatto ambientale, ma crea valore, genera innovazione e rafforza la competitività del tessuto economico locale.

Nel 2015, l’Emilia-Romagna ha approvato la Legge Regionale n. 16, una norma ambiziosa che ha posto al centro del sistema rifiuti il principio europeo della gerarchia di gestione: prevenzione, riutilizzo, riciclo, recupero e solo in ultima istanza smaltimento. Questa legge rappresenta il primo vero riconoscimento istituzionale della centralità dell’economia circolare, non solo in termini ambientali, ma anche industriali e sociali.

Il percorso si è poi rafforzato con l’approvazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti e delle Bonifiche (PRRB 2022–2027). Questo documento pianificatorio non solo definisce obiettivi di raccolta e riciclo, ma promuove interventi infrastrutturali, premia comportamenti virtuosi e guida le imprese e le amministrazioni locali nell’adozione di pratiche sempre più sostenibili.

A integrare questa visione, la Regione ha elaborato anche la propria Strategia di Specializzazione Intelligente (S3), nella quale l’economia circolare è inserita tra gli ambiti tematici prioritari insieme all’innovazione dei materiali, alla manifattura avanzata (4.0) e alla digitalizzazione. Questo significa che le imprese che investono in modelli produttivi circolari possono essere anche protagoniste dell’innovazione tecnologica, digitale e gestionale.

Il quadro regionale si inserisce in un contesto più ampio, fortemente orientato allo sviluppo sostenibile. Le politiche europee, a partire dal Green Deal e dal Piano d’Azione per l’Economia Circolare, vanno nella stessa direzione: ridurre la pressione sulle risorse naturali, decarbonizzare l’industria, responsabilizzare i produttori.

Ancora più ampia è la prospettiva offerta dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Tra questi, alcuni si collegano in modo diretto alle pratiche e ai valori della circolarità:

  • Il Goal 8 richiama la necessità di una crescita economica sostenibile e inclusiva, attraverso l’innovazione e l’imprenditorialità.
  • Il Goal 9 promuove l’industria resiliente e le infrastrutture sostenibili, con forti investimenti in ricerca e tecnologia.
  • Il Goal 11 invita a ripensare le città e gli insediamenti in ottica inclusiva, efficiente e rispettosa dell’ambiente.
  • Il Goal 12 chiede un cambiamento radicale nei modelli di produzione e consumo, fondato sul ciclo di vita del prodotto e sulla riduzione degli sprechi.
  • Il Goal 13, infine, sottolinea l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico attraverso una trasformazione dei sistemi produttivi ed energetici.

Questi obiettivi non sono parole astratte, ma linee guida che trovano riscontro nelle normative, nei fondi europei, nei piani regionali e nei programmi di finanziamento dedicati alle imprese.

Per un’impresa, investire in economia circolare non significa solo “essere sostenibile”. Significa:

  • Ridurre i costi di approvvigionamento attraverso l’uso di materiali riciclati o rigenerati.
  • Migliorare l’efficienza produttiva grazie a processi di recupero e reimpiego.
  • Aumentare la resilienza a fronte delle crisi di filiera e dei rincari energetici.
  • Accedere a nuove opportunità di mercato, intercettando la crescente domanda di prodotti e servizi a basso impatto ambientale.
  • Migliorare la reputazione aziendale, posizionandosi come attore responsabile e innovativo.
  • Valorizzare la proprietà intellettuale attraverso eco-design, nuove tecnologie e soluzioni digitali.

Tutto questo si traduce in un vantaggio competitivo reale, che può essere ulteriormente rafforzato attraverso l’accesso a incentivi pubblici e strumenti agevolati previsti dalle normative regionali, nazionali e comunitarie.

Come Società Benefit, Forlani Consulting considera l’economia circolare non solo un ambito di consulenza, ma una responsabilità etica. Siamo convinti che la sostenibilità non sia un vincolo, ma una leva per fare impresa in modo intelligente, generativo e duraturo. Per questo, investiamo nello studio delle normative, nella creazione di alleanze territoriali e nell’assistenza alle imprese che desiderano diventare protagoniste della transizione ecologica.

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